La Tecar!

 

 

Moltissimi di voi ne avranno sentito parlare, in tv, nei giornali sportivi,

 

 

chi non si ricorda di Cristiano Ronaldo alla Juve?

 

 

 

se avete subito un qualche infortunio è anche facile che l’abbiate provata sulla vostra pelle.

 

 

Ma di cosa di tratta? come funziona?

E, soprattutto, la Tecar funziona o no?

 

 

La Tecar terapia, acronimo di trasferimento energetico capacitivo-resistivo, anche detta Diatermia, è un elettromedicale a larga diffusione in Italia, gli specialisti la prescrivono usualmente e addirittura esistono centri fisioterapici specializzati nel suo utilizzo.

 

 

La Tecar è una forma di cosiddetta termoterapia endogena, ovvero sfrutta il presunto effetto terapeutico del calore, inducendo, tramite un meccanismo fisico, la produzione di calore da parte del corpo stesso, a differenza di altre, come gli infrarossi, che riscaldano direttamente il nostro corpo, ovvero le termoterapie esogene.

 

 

Il razionale fisico con cui funziona una Diatermia è quello del condensatore, in pratica il generatore elettrico dello strumento crea una differenza di potenziale tra la piastra di scarico ed il manipolo che il terapista fa scorrere sulla cute del paziente, questo genera movimento nelle particelle di cui siamo composti, in particolare gli elettroni, e di conseguenza si genererà del calore, endogeno appunto.

 

 

 

 

Tutto molto affascinante! calore, da sempre associato al benessere, ed addirittura prodotto dal nostro corpo! Più terapia naturale di così! I presupposti sembrano ottimi!

 

 

Però…

 

 

C’è un però

 

Ogni forma di terapia, per entrare nel ventaglio delle frecce al nostro arco, dovrebbe essere studiata a fondo, attraverso analisi scientifica, seguendo i principi della EBM (evidence based medicine), per vedere se effettivamente funziona o meno.

 

 

Capiamoci, quasi sempre l’efficacia di qualcosa si constata in maniera empirica, attraverso l’esperienza, ma questo è il punto di partenza, non di arrivo.

 

 

La fortuna è che per verificare l’adeguatezza di una terapia, non serve una spiegazione accurata dei meccanismi di funzionamento, basta capire se si rivela migliore di interventi placebo, o del non fare nulla (wait and see), l’efficacia di tantissime erbe medicinali è stata riconosciuta ed applicata per decenni, prima che si riuscisse a capire il motivo di tale efficacia, utilizzeremo, insomma, principalmente strumenti statistici.

 

 

Per esempio un buono studio scientifico sperimentale, un RCT (randomized controlled trial) è il confronto tra un gruppo A che riceve una terapia sperimentale (una medicina) e uno B che riceve una terapia placebo (pillola di zucchero), possibilmente con un gruppo C, di controllo, che non riceve alcuna terapia; il tutto rigorosamente eseguito in doppio cieco, ovvero né i pazienti né gli operatori sanno cosa venga somministrato ai gruppi, di modo da non essere influenzabili.

 

 

Se analizziamo gli studi prodotti sulla Tecar, o sulla Diatermia, ahimè, il risultato è assolutamente insoddisfacente per giustificare il massiccio utilizzo di questa presunta terapia, gli studi sono pochi, di scarsa qualità e spesso non concludono nulla di rilevante.

       

In praticamente tutto il resto del mondo la Tecar non viene utilizzata, e spesso i più grandi ricercatori, in ambito dei dolori muscolo – scheletrici, non ne hanno mai sentito parlare.

 

 

È evidente come il diffondersi di questo elettromedicale, quasi solo in Italia e Spagna, abbia seguito una logica di tipo commerciale.

 

 

Per chiunque desideri un approfondimento dal punto di vista scientifico, anziché le references, ovvero citare gli studi, preferisco rimandarvi ad una serie di 4 articoli scritti da un brillante Medico Fisiatra Italiano, che analizza in maniera chiara e leggera gli studi e le conclusioni, lo trovate qui.

 

 

 

Quindi cosa facciamo?

 

 

 Buttiamo la Tecar?

 

 

Di primo istinto la mia risposta è !

 

 

ed è il motivo per cui non la troverete in studio da me, punto.

 

 

Ma possiamo comunque immaginare delle situazioni di possibile utilizzo.

 

Va detto che la Diatermia non ha particolari controindicazioni, dà un piacevole senso di calore, quindi può essere utilizzata, magari nello sportivo di alto livello, che può dedicare molto tempo alla Riabilitazione, ma è essenziale che sia una aggiunta al trattamento, non deve distogliere, né rubare tempo prezioso all’applicazione di terapia che si siano realmente dimostrate efficaci per il disturbo, quella sarebbe una vera controindicazione, esattamente come usare un infuso di zenzero come unica cura per guarire da una intossicazione alimentare, per non dire di peggio.

 

Per noi comuni mortali, oltre non essere il punto focale della terapia, ritengo che non dovrebbe avere alcun ricarico di tipo economico, se io, Fisioterapista, decido di utilizzare qualcosa che si è dimostrato non avere alcun effetto, ma magari lo trovo un buon modo per rilassare il mio paziente prima della vera terapia, beh questo dovrebbe fare parte del costo di un mio trattamento, non avere un listino a parte.

La Tecarterapia funziona davvero?

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