La tendinite, o più correttamente Tendinopatia del Medio Gluteo, è una patologia caratterizzata da un dolore localizzato sul fianco, all’altezza di una sporgenza ossea del Femore, il Grande Trocantere, pertanto è spesso diagnosticata come Trocanterite, dal nome appunto della sporgenza.
La causa del dolore è legata alla degenerazione del tendine del muscolo medio gluteo, come in tutte le tendinopatie quindi, oltre al dolore localizzato, avremo dolorabilità alla palpazione, e aumento del dolore nei movimenti di stretching del muscolo, a causa della compressione del tendine sulla eminenza ossea del femore.
Spesso si troverà una infiammazione della borsa sottostante al tendine, e verrà quindi evidenziata anche una Borsite Trocanterica, il quadro clinico sarà sostanzialmente lo stesso.
La diagnosi di questa patologia è prevalentemente clinica, la localizzazione e il comportamento del dolore, sono infatti molto chiare, raramente si rende necessario l’utilizzo della diagnostica per immagini, in casi poco chiari una Ecografia può aiutarci a risolvere il dubbio, sempre ricordando, che un referto positivo non ci darà la garanzia che la degenerazione tendinea sia la causa del dolore, mentre una ecografia che indichi un tendine perfettamente sano, ci permetterà di escludere la tendinopatia come possibile origine del disturbo.
Il dolore si presenta in attività in carico su una sola gamba, come camminare o salire le scale, in tutte quelle situazioni in cui la gamba viene addotta, ovvero si porta verso l’altra gamba,per esempio quando le accavalliamo.
Anche alcuni esercizi che sollecitano molto la muscolatura laterale della coscia, come degli slanci dal fianco, possono provocare dolore, tipico sintomo della tendinopatia del medio gluteo, è il dolore nel dormire sul fianco colpito.
Ma quali sono le cause di una tendinopatia del medio gluteo?
Questa patologia ha una origine meno chiara rispetto ad altre tendinopatie, quasi sempre legate al sovraccarico, si riscontra facilmente in soggetti sedentari e spesso sovrappeso, e maggiormente nel sesso femminile, la forma del bacino, più largo nella donna, probabilmente crea una maggiore compressione del tendine sul trocantere, e altri fattori metabolici potrebbero essere coinvolti.
Le opzioni di trattamento sono piuttosto limitate, si è visto infatti che le terapie passive, manuali e strumentali (tecar, ultrasuoni etc…) hanno al massimo un piccolo effetto sul breve termine, ma non modificano minimamente il decorso della patologia, lo stesso dicasi per le infiltrazioni.
In fase inziale dovremo evitare tutti quei movimenti di adduzione forzata, per non creare eccessive forze di compressione sul tendine.
Per contro, un approccio attivo, con esercizi a carico graduale, incentrati sulla muscolatura laterale dell’anca avrà un riscontro particolarmente efficace, sul medio e lungo termine.
Generalmente il percorso terapeutico è più breve rispetto ad altre tendinopatie, ma è fondamentale sottolineare come non esistano scorciatoie, l’impegno del paziente deve essere da subito massimo, importante quindi essere molto chiari sulla strada da intraprendere.