In questo periodo di emergenza sanitaria il ricorso alla Riabilitazione a distanza sta prendendo più piede che in passato, e la letteratura scientifica ha prodotto diversi studi.
Oggi analizziamo un studio che affronta il tema del dolore cronico
Il dolore cronico, ovvero presente da più di tre mesi, è uno dei disturbi più diffusi , con un forte impatto sociale, economico e psicologico.
Nel trattamento del dolore cronico gli aspetti legati allo stile di vita come qualità del sonno, attività fisica etc…, sono cruciali, e il problema che ci troviamo spesso ad affrontare è come rendere autonomo il paziente nel migliorarli, l’aderenza ai programmi di esercizio domiciliare per esempio è spesso scarsa.
L’assistenza digitale, la teleriabilitazione, si è dimostrata efficace nell’incrementare l’aderenza del paziente al piano terapeutico, proprio da questo parte lo studio di oggi.
Da circa 30 aziende vengono reclutati i partecipanti, che svolgono mansioni varie, impiegati ed operativi, gli autori hanno a disposizione quindi un enorme campione di soggetti che presentano dolore cronico (> 3 mesi) alla schiena o al ginocchio, circa 10000 pazienti, esclusi minorenni ed over 80 e soggetti che presentano patologie gravi come fratture e tumori.
A partire dai dati raccolti in due precedenti studi, che offrivano risultati interessanti, ma su un campione troppo piccolo per essere generalizzati, viene deciso un programma che prevede 12 settimane di esercizi già ampiamente utilizzati nella pratica clinica, come blando stretching ed esercizi di rinforzo muscolare.
I pazienti sono aiutati da alcuni video illustrativi e da dei sensori da posizionare nella zona dolente, che forniscono dei feedback sull’esecuzione dell’esercizio.
Tutti i pazienti possono comunicare con un terapista via mail o SMS o direttamente dalla applicazione utilizzata per la teleriabilitazione, inoltre hanno diritto a 3 telefonate, e possono interagire tra di loro su un forum dedicato.
Ogni settimana i soggetti effettuano 3 sedute di esercizio fisico, leggono almeno 2 opuscoli informativi sul loro disturbo (si chiama educazione del paziente, che significa che più cose sai sul tuo dolore meglio guarirai!) e prendono nota dei loro dolori almeno due volte, vengono inoltre incoraggiati a svolgere attività aerobica 3 volte alla settimana.
Dopo le 12 settimane i dati raccolti vengono analizzati, e i risultati sono davvero significativi.
Il dolore, che era il risultato primario cala del 68,45%, un valore addirittura superiore a quelli ottenuti in molti casi da approcci convenzionali!
Inoltre viene stabilita una forte correlazione tra la riduzione del dolore e la partecipazione del paziente, ovvero più il paziente è stato ligio al programma migliori sono i risultati, la riduzione del dolore è anche associata ad una maggiore interazione tra il paziente ed il terapista.
Altri dati importanti sono il miglioramento dei sintomi depressivi ed ansiosi, strettamente legati al dolore cronico, e la riduzione della probabilità di ricorrere alla chirurgia, fattori misurati tramite scale di valutazione validate.
Infine la soddisfazione riportata dai pazienti è in media 8,97 su 10!
Questo articolo ha diversi punti di forza, in primis il largo numero di partecipanti, e il setting nel mondo reale, non in laboratorio, che permettono una buona generalizzazione sulla popolazione.
Emerge come un approccio a distanza, se basato su terapie valide, è altrettanto valido rispetto alla riabilitazione in presenza, anzi sembra facilitare l’aderenza al trattamento del paziente, nel dolore cronico.
I limiti dello studio sono legati alla mancanza di un gruppo di controllo, di analisi sul lungo termine e l’assenza di parametri fisici, anche se analoghi studi hanno dimostrato l’efficacia della teleriabilitazione anche su parametri funzionali.