Questo periodo di emergenza sanitaria, a causa di Covid – 19, sta spingendo il mondo della medicina a valutare più seriamente la Telemedicina, o Telehealth in Inglese.
Personalmente credo molto nelle possibilità che ci offre questa forma di assistenza sanitaria, ma è sempre necessario rivolgersi alla letteratura scientifica per farsi una idea, condividerò con voi alcuni degli articoli usciti in questo periodo.
Oggi analizziamo una uscita del Journal of shoulder and elbow surgery, rivista che si occupa di chirurgia di spalla e gomito.
Lo studio in questione è uno studio sperimentale, un RCT, che significa esperimento controllato e randomizzato, in pratica si metteranno a confronto due gruppi, uno sperimentale che riceve il trattamento o la forma di terapia da valutare, in questo caso la telemedicina, e uno di controllo, che riceve un trattamento già conosciuto o nessun trattamento, in questo caso l’approccio tradizionale.
I ricercatori hanno diviso in maniera casuale (qui il randomizzato), tramite un software, 66 pazienti che avrebbero subito l’intervento di ricostruzione dei tendini della cuffia dei rotatori in artroscopia.
Nei tre mesi successivi all’operazione, metà dei pazienti riceverà i tre controlli post-operatori in maniera tradizionale (gruppo di controllo), con un accesso in clinica, l’altra metà (gruppo sperimentale) invece svolgerà questi incontri tramite una tecnologia di telemedicina, che in questo caso è una semplice una webcam con audio integrato, possiamo immaginare una semplice chiamata via Skype.
Dopo ciascuna visita il paziente dovrà compilare un questionario per valutare diversi parametri, il tempo sottratto al lavoro, la soddisfazione del servizio ricevuto, il tempo impiegato per recarsi in clinica, e preferenza personale per il tipo di accesso (telemedicina o visita classica).
Anche il chirurgo compilerà un questionario, inerente la soddisfazione della modalità della visita, se abbia avuto difficoltà a valutare alcuni parametri, e rispetto al tempo impiegato.
Le visite di controllo del gruppo telemedicina ha svolto normalmente gli esercizi di riabilitazione, con istruzioni via email, e la mobilità articolare del braccio è stata valutata grazie alla webcam.
Solo tre pazienti del gruppo sperimentale hanno abbandonato lo studio perché hanno preferito proseguire con i follow up tradizionali.
L’analisi dei questionari evidenzia risultati davvero interessanti
I parametri di dolore e mobilità articolare sono sovrapponibili, segno che il decorso non è stato influenzato dalla modalità delle visite, la soddisfazione è addirittura maggiore nel gruppo sperimentale!
Inoltre, il tempo totale impegnato per le visite è stato significativamente inferiore, calcolando anche tempo di attesa, quello impiegato per raggiungere la clinica, etc.
In media, in questo studio, ciascun paziente ha risparmiato in totale 54 km di viaggio tra casa e clinica! Un bel tempo, a cui si aggiunge il risparmio di benzina e parcheggio, o del costo dei mezzi di trasporto!
Le limitazioni dello studio sono i criteri di inclusione dei soggetti, infatti sono stati inseriti solo persone in grado di seguire questa forma di assistenza (accesso al web e capacità del suo utilizzo), e che favorevoli a questo tipo di proposta.
Probabilmente un campione di soggetti reticenti alla telemedicina non avrebbe ottenuto risultati analoghi.
Indubbiamente questo studio evidenzia numerosi fattori a favore della teleriabilitazione, ovviamente non tutti i soggetti e le patologie saranno adatti, ma i dati sono incoraggianti.
Vuoi leggere altri studi sulla efficacia della Riabilitazione a distanza?
Qui parliamo di pazienti Covid-19
Qui parliamo di dolore cronico.
Qui parliamo di protesi al ginocchio.
Studio originale: