Le lesioni muscolari sono uno degli infortuni più frequenti nello sport, in particolare in quelli di squadra, come il calcio, e nell’atletica leggera.
Le lesioni muscolari alla coscia, a carico dei muscoli posteriori o ischiocrurali sono le più frequenti.
Data la rilevanza di questa patologia sportiva i ricercatori hanno dimostrato grande interesse, si contano ad oggi circa 50.000 studi pubblicati sul tema!
Oltre alla mole di infortuni un altro grande problema è che le lesioni muscolari alla coscia hanno un elevato tasso di recidiva, addirittura il 30% nella prima settimana!
Il perché succeda questo è da ricercarsi in una riabilitazione poco strutturata, magari perché si è sottovalutata la lesioneo perché, come capita spesso, si passa direttamente dal lettino al campo, senza adeguata riabilitazione attiva da parte del Fisioterapista e riatletizzazione da parte del preparatore o laureato in scienza motorie.
Esistono due categorie principali di lesione muscolare alla coscia:
sprinting type o stretching type
Nel primo caso l’atleta compie uno sforzo massimale, generalmente uno scatto, e supera le capacità della propria muscolatura, creando una lesione da sovraccarico.
Nel secondo caso invece si tratta di un gesto brusco che comporta un allungamento che il nostro muscolo non è in grado di tollerare, abbiamo così una lesione da overstretching.
Se sospettiamo una lesione muscolare della coscia, diventa fondamentale definirne la gravità, esistono diverse classificazioni delle lesioni muscolari, attualmente la più usata è quella del consenus di Monaco nel 2015.
Nel formulare la diagnosi sarà fondamentale la raccolta anamnestica, in particolare la dinamica dell’infortunio ci fornirà informazioni preziose, generalmente il paziente riferisce un dolore acuto, come un morso, e deve interrompere l’attività immediatamente o dopo poco tempo.
La presenza di una lesione muscolare della coscia verrà confermata con una risonanza magnetica o ecografia laddove non disponibile.
Nell’immediato la lesione muscolare va gestita con riposo attivo e protezione, applicando il protocollo PEACE & LOVE, per evitare un peggioramento della stessa, ma iniziare il recupero in maniera precoce.
Passati i primi 3-5 giorni si procederà alla valutazione fisioterapica, che oltre alla anamnesi che fornisce sempre indicazioni utili, come ad esempio precedenti infortuni od altri fattori di rischio, andrà a valutare alcuni parametri fondamentali:
FUNZIONALITA’, con semplici test che vanno dalla qualità del cammino, alla capacità di eseguire uno squat.
PALPAZIONE, alla ricerca del punto di massimo dolore, per individuare distanza dall’inserzione tendinea e area della lesione stessa.
MOBILITA’ ATTIVA E PASSIVA, misurata con inclinometro o goniometro.
FORZA ISOMETRICA ED ECCENTRICA, da valutare possibilmente con un dinamometro, io in studio utilizzo il BioFet.
Tutti i risultati dei test vanno anche messi in relazione a dolore ed apprensione percepiti dal nostro atleta.
Dopo la fase acuta bisogna sviluppare un programma terapeutico adeguato, abbiamo già visto i principi guida nell’articolo dedicato alle lesioni muscolari in generale.