Nel precedente articolo abbiamo descritto le lesioni muscolari della coscia e come valutarle correttamente, oggi parleremo della fase successiva.
Vedremo come trattare le lesioni muscolari alla coscia.
Aspetar, una delle cliniche ospedaliere sportive più impegnate nella ricerca nel mondo, propone uno schema a sei fasi per il recupero di questo infortunio, nelle prime tre ci dedicheremo al trattamento fisioterapico.
Secondariamente l’atleta riprenderà, insieme alla riabilitazione, le normali fasi di allenamento, in maniera progressiva e supervisionata dal fisioterapista sportivo.
Nelle primissime giornate non potremo applicare grande carico al muscolo lesionato, ci limiteremo ad esercizi di mobilità blanda e reclutamento del muscolo.
Gli obbiettivi di questa prima fase sono di promuovere la guarigione del tessuto, ridurre il dolore e evitare l’atrofia muscolare dovuta all’inattività.
Se lo abbiamo a disposizione potremmo utilizzare degli strumenti per il BFR-T (allenamento con restrizione del flusso sanguigno), innovativa metodica che si è dimostrata migliorare forza e struttura del muscolo anche a bassi carichi, in studio troverete gli Airbands, dispositivi intuitivi e sicuri grazie alla regolazione automatica dell’occlusione sanguigna.
Nelle due fasi successive si andrà ad aggiungere progressivamente carico, passando ad esercizi via via più intensi e sempre più dedicati alla fase eccentrica.
La mancanza di forza eccentrica agli ischiocrurali è uno dei principali fattori di rischio per una lesione muscolare alla coscia.
Per questo negli anni i ricercatori hanno dedicato particolare attenzione alla ricerca di esercizi efficaci nel migliorare questo aspetto, in particolare, sempre in Aspetar è stato proposto un protocollo chiamato L-PROTOCOL, composto da tre esercizi, che si è dimostrato particolarmente efficace nella riabilitazione delle lesioni agli hamstring.
Ovviamente questo non significa che tratteremo tutti i pazienti in maniera stereotipata, non siamo in una catena di montaggio!
L’individualità del trattamento è uno dei principi cardine in riabilitazione, e sicuramente dovremo considerare le caratteristiche del nostro atleta, in termini di attività praticato (immaginate la differenza tra un calciatore ed una ballerina!), di livello sportivo, di effettive capacità, e così via…
Le linee guida che ci guideranno nel formulare il piano riabilitativo sono la progressione dei carichi, l’inserire in maniera corposa esercizi eccentrici, in particolare monolaterali, per evitare compensi.
Se possibile, è utile inserire dell’allenamento isoinerziale, utilizzando un macchinario come il Kbox4, per sviluppare il passaggio dalla fase concentrica a quella eccentrica in maniera specifica.
Non dovremo poi dimenticare di riabilitare la fase esplosiva con esercizi pliometrici come salti e movimenti dinamici.
Finalmente, prima di riiniziare i normali allenamenti (sempre in maniera graduale!) andremo ad inserire dei drills, ovvero coordinazioni specifiche, in particolare nella corsa, per esempio dei salti in tripla estensione e delle scalciate frontali, insieme a tutti gli aspetti più tecnici che il nostro atleta dovrà affrontare, come cambi di direzione, salti laterali, scatti etc…
Una volta che il paziente sarà in grado di esprimere mobilità, forza e movimenti funzionali simmetrici, avrà un imaging normale (quindi una risonanza magnetica con esiti positivi), e si sentirà di nuovo in forma (importante anche il lato psicologico!), potremmo procedere con in ritorno allo sport definitivo!